Egregio Cavaliere
Signor Gaetano Ferlazzo,
da alcuni giorni sono in possesso della Sua lettera e di quella del Signorino
Giuseppe e con la bella sorpresa delle fotografie delle Loro opere.
Di me e delle loro espressioni tanto cordiali, vivissimi ringraziamenti da me
e da tutta la mia famiglia; tutti insieme poi, come in un coro cantiamo all’indirizzo
Suo e di tutta la Sua distintissima Famiglia i nostri sinceri auguri per l’ottimo
proseguimento del Nuovo anno testé incominciato.
Ho notato la quasi impazienza del Figlio di potere tornare a Genova dove è
cresciuto e forse anche nato perciò è giusto che la dica SUA.
Può darsi che il Papà si senta un pò amareggiato per questo
distacco dalla terra dei Padri, ma la gioventù ha i suoi diritti e la
grande città offre maggiori possibilità di emergere, tanto più
se si possiede una laurea o un diploma e nel caso specifico, un temperamento
artistico.
Sicché nella Famiglia sono tutti artisti. I dipinti Suoi, signor Gaetano,
sia per l’originalità della composizione come per la sincerità
del racconto si mantengono nella preziosità di quelli che ho già
ammirato precedentemente: in una città come Genova dovrebbero trionfare,
dunque avanti così che la strada è buona.
I dipinti del Signorino Giuseppe sono di una qualità ottima ma all’opposto
di quelli del Papà i quali sono eseguiti con un senso di devozione e
come se il pittore, volesse chiedere scusa ai fiori se gli è venuto il
pensiero di rappresentarli. Infatti chi osserva i dipinti del signor Gaetano
non vede il pittore che li ha fatti, ma vede e gode di tutti gli elementi rappresentati
nel loro significato poetico e trascendente.
Il Signorino è bravo, fin troppo bravo; sicuro nel disegno, delicato
nel colore; destinato a diventare un pittore di grande statura quando avrà
perfezionato il tema della composizione.
Quanto ho scritto non ha valore nel campo dell’arte: e solo un modo di
vedere mio particolare e che può essere, anzi lo è: “sbagliato”.
Egregio Cavaliere; Signor Giuseppe, scusatemi della libertà che mi sono
preso; non pensate che abbia scritto, ma fate conto di esserci incontrati per
caso e che abbiamo fatto una chiacchierata.
Chiudo col rinnovare i migliori auguri di buona salute di buon proseguimento
e di tutto quello che il cuore desidera.
A Lei Egregio Cavaliere ed alla Sua distintissima Famiglia i nostri ossequi.
Dev.mi
Luciano
Arrigoni e Famiglia